Tasse locali: adesso si possono pagare anche con il baratto, ma non in Toscana

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20151118-lavori-socialmente-utili-430x323In tempi di ristrettezze economiche, in molti paesi e città è tornato di moda l’antico istituto del baratto attraverso il quale si scambiano beni o prestazioni invece del denaro. Ma pochi sanno che questo sistema è stato introdotto anche in ambito fiscale. L’istituto grazie al Decreto Sblocca Italia (Art. 24, Legge n. 164/2014), che ha istituito il Baratto Amministrativo. Che prevede la possibilità, per gruppi di cittadini che partecipano a progetti di utilità sociale per il proprio Comune, come pulizia delle strade o lavori di manutenzione, di pagare i tributi locali col proprio lavoro.

ENTI – Non sono molti gli enti che hanno fatto ricorso a questo interessante tipo di ‘pagamento’ dei tributi: i voraci enti locali preferiscono avere liquidi a disposizione nella loro casse per le spese più disparate. I casi concreti di applicazione si contano sulle dita di una mano, come quello di Subiaco, dove è possibile pulire le strade per chi non riesce a far fronte agli obblighi fiscali. Riteniamo però utile esaminare più da vicino come funziona questo strumento, interessante soprattutto per il contribuente e dove è stato permesso.

BARATTO – Abbiamo già anticipato che la legge prevede ormai la possibilità, per gruppi di cittadini che partecipano a progetti di utilità sociale, di pagare i tributi locali col proprio lavoro. Le modalità possono variare da Comune a Comune: solitamente, i partecipanti ai lavori possono fruire di forti sgravi fiscali per tasse come Tasi, Imu e Tari, ed avere ulteriori agevolazioni e bonus erogati dall’Ente locale.

VANTAGGI – Altri comuni, per lo più piccoli, hanno già deciso di offrire questa possibilità ai loro cittadini: si tratta di comunità ristrette, nelle quali tutti si conoscono, e nell’ambito delle quali è più agevole vagliare vantaggi e eventuali svantaggi sia per l’ente che per il contribuente e controllare la realizzazione concreta della prestazione. Da rilevare che i comuni sono sparsi in tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione in Sardegna. La Toscana per ora è immune: i nostri sindaci badano al sodo!

COMUNI – Si parte dal comune di Ivorio, in Piemonte, per passare a Monteleone di Spoleto, in Umbria, a Marcellinara, in Calabria, ed a Visso in provincia di Macerata. Sta per essere attivato, poi, in diversi comuni della Sardegna, tra i quali anche Cagliari e Quartu Sant’Elena, nel comune di Vasto in Abruzzo. Ci sono progetti anche a Borgogno, Milazzo, Barletta, Viterbo, Battipaglia.

Se son rose fioriranno. Intanto riteniamo utile pubblicizzare le poche iniziative esistenti per invogliare anche gli enti (e i cittadini) neghittosi o recalcitranti. Contribuenti, svegliatevi. Chiedete ai vostri amministratori di offrirvi questa possibilità per saldare le sempre più alte tasse locali, ne godranno le vostre tasche e, per certi aspetti, anche la vostra salute.

 

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