Carte prepagate, boom in Italia: hanno sfondato quota 22 milioni e mezzo

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carta-prepagataIl fenomeno dell’utilizzazione della carte prepagate sta esplodendo anche in Italia; semplici da usarsi, hanno il vantaggio di poter essere caricate con una somma limitata che, in caso di furto o di intromissioni di hacker su internet per rubare l’identità digitale, consente di ridurre al minimo il danno conseguente.
Nel nostro Paese, per questo, stanno crescondo a un ritmo ben più rapido che nel resto d’Europa: nell’ultimo anno, dicono i dati dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, hanno sfondato quota 22 milioni e mezzo e staccato – e di gran lunga – le carte di credito tradizionali. «In Italia c’è stata più offerta, ma esiste anche un elemento culturale: la carta prepagata dà una percezione di sicurezza più elevata anche se in genere la franchigia è più alta- dice Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio -.Ma le prepagate piacciono anche perché, per attivarle, non è necessario essere titolari di un conto corrente. Danno la possibilità di avvicinare più persone al mondo dei pagamenti elettronici. Diciamo che l’Italia è il regno del prepagato».

POSTE – A dominare il mercato – con una quota pari al 55 per cento e circa 14 milioni di carte in circolazione, sono le Poste Italiane, che ieri hanno emesso la Postepay Evolution numero 2 milioni. Rappresenta la nuova generazione di carte, ha associato un codice Iban, e l’ad Francesco Caio la considera il segno dell’innovazione nei servizi finanziari e dell’impegno nella transizione dalla economia tradizionale a quella digitale.

TRANSAZIONI – Le transazioni con le prepagate, di solito, riguardano somme più piccole: nel 2014 con 290 milioni di operazioni sono stati spostati 13 miliardi di euro. Una conseguenza del fatto che, a convergere sulle tesserine in plastica ricaricabili, sono in special modo i ragazzi, e chi ha meno dimestichezza con il mondo bancario. Racconta Han Luijin, cliente Poste, studente cinese arrivato in Italia per studiare canto lirico al conservatorio, che i bonifici per il suo Paese viaggiano così. Vale lo stesso per i fuorisede alle prime esperienze lavorative.

E-COMMERCE – Tra le imprese del digitale, c’è la speranza che la corsa dei «borsellini ricaricabili» possa ridurre i ritardi accumulati dall’Italia, che resta ancorata al contante e che non tiene ancora il passo con il resto della Ue. Qualche segnale c’è: il giro d’affari dell’e-commerce nel 2015, ha toccato quota 16,6 miliardi di euro, con un balzo del 16% rispetto all’anno precedente.

 

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