In questi giorni è uscito il decreto attuativo di un importante novità introdotta nella legge di stabilità riguardante gli incentivi fiscali sui premi di produttività e sulla partecipazione agli utili d’impresa. Vantaggi fiscali rafforzati qualora le parti concordino forme di partecipazione dei lavoratori a forme di welfare aziendale.
L’obiettivo è quello d’incentivare la contrattazione decentrata aziendale e territoriale. Ma soprattutto quello di qualificarne i contenuti. Si tratta di strumenti che, se ben inquadrati, possono migliorare le performance aziendali e il rapporto imprese/lavoratori dipendenti.
L’incentivo è importante per due motivi: il primo perché riguarda lavoratori che guadagnano meno di 50.000 euro lordi annui. Il secondo per il fatto che sul premio erogato si pagherà solo il 10% secco e non sull’aliquota IRPEF marginale.
Il decreto prevede requisiti stringenti, che in questa sede non possiamo trattare, ma molto significativi perché legati a parametri di efficienza, innovazione, flessibilità degli orari, ecc.
Si tratta di un’importante sfida per le aziende e per le organizzazioni sindacali, ma anche per i lavoratori. Un atto di fiducia del legislatore nella capacità dei vari soggetti in campo nel cogliere questa opportunità per incrementare il salari e facilitare la ripresa dei consumi in una fare di bassa inflazione.