Investimenti immobiliari: l’Italia è terra di conquista. Soprattutto per fondi esteri

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Recentemente abbiamo dato conto di un elenco di immobili pregiati, posti in vendita e pubblicato sul sito InvestinItaly.com. Molti di questi immobili sono e saranno un obiettivo appetibile per i fondi sovrani arabi e i grandi gruppi di gestione del risparmio internazionali che hanno messo nel mattone italiano la bellezza di undici miliardi di euro in tre anni (2012-2015). In effetti gli investitori esteri, nell’ultimo triennio, hanno generato nel nostro Paese un consistente afflusso di capitali che ha prodotto un effetto indotto su tutta l’industria immobiliare nazionale. Nel 2015 la ricchezza generata dal comparto è cresciuta del 3,7% in termini di fatturato. Attivi soprattutto gli operatori finanziari del Qatar e dei paesi del Golfo, oltra agli Stati Uniti, la Russia, la Turchia e la Cina. Per ora le mire dei gruppi internazionali si sono limitate alle due città più grandi: Roma e Milano.

MILANO – Grazie soprattutto alla prospettiva di una maxi riconversione dell’area che ha ospitato l’Expo, la città meneghina si posiziona oggi all’ottavo posto nella classifica delle città europee più attraenti per gli operatori immobiliari, mentre per tasso di crescita degli investimenti è seconda. Più in basso in classifica si trova la Capitale che, comunque, dopo Milano, resta la città italiana più ricercata dai capitali esteri.

SORGENTE – A mettere nero su bianco la richiesta di immobiliare italiano da parte degli stranieri è un’analisi elaborata dall’ufficio studi di Sorgente Sgr, presentata nei giorni scorsi al Mipim di Cannes. Nel rapporto della società di gestione del risparmio si evidenzia come, dopo quasi 8 anni di crisi, il settore immobiliare italiano stia finalmente mostrando segnali di ripresa. Il rinnovato interesse per l’Italia è spinto dalle caratteristiche attuali dell’offerta: immobili a prezzi contenuti, ma che offrono grandi prospettive di rendimento, e presenza di asset di grande pregio caratterizzati da rivalutazione costante e rendimenti sicuri nel lungo termine.

QATAR – Tra le acquisizioni già messe a segno da operatori internazionali sono ricordate quelle dell’emirato del Qatar. Il suo braccio finanziario, Qatar Holding Investiment, ha sempre espresso una sensibilità particolare per il settore immobiliare. È entrata a Milano nel progetto di sviluppo immobiliare Porta Nuova, uno dei progetti di riqualificazione urbana più prestigiosi in Europa, con una quota del 40%. Non solo. Si è accaparrato la holding che possiede i complessi alberghieri della Costa Smeralda in Sardegna e sta per avviare un progetto per trasformare il San Raffaele di Olbia in un polo di eccellenza sanitaria. Nella disponibilità dell’emiro del Qatar ci sono anche pezzi pregiati delle zone centrali come l’hotel Gallia di Milano e il palazzo romano in piazza di Spagna dove oggi sono stati creati i nuovi atelier della maison Valentino.

AZERBAIJAN – Insieme agli Emirati si segnalano anche altri soggetti legati agli stati con grande liquidità generata dal petrolio, abbondante fino all’inizio dello scorso anno e cioè prima del crollo del prezzo dell’oro nero. Così il fondo sovrano dell’Azerbaijan, che ha rilevato Palazzo Turati a Milano, i due fratelli russi Musa e Dani Bazhaev che hanno acquisito il Forte Village in Sardegna. L’interesse per il mattone tricolore è stato registrato anche dalla Turchia con l’arrivo a Roma di Ferit Faik Sahenk che ha comprato l’Hotel Aldrovandi a Roma. Immancabili anche i cinesi: Guo Guangchang ha rilevato Palazzo Broggi a Milano.

ALBERGHI – Quanto ai pezzi più richiesti dai gruppi esteri spiccano le strutture alberghiere, meglio se di prestigio e piazzati in centro città. Non è un caso che a crescere a doppia cifra sia stato lo scorso anno proprio il settore alberghiero (+10%) con investimenti che hanno riguardato soprattutto le città di Milano, Roma, Firenze, Venezia e Torino.

PICCOLI IMMOBILI – Non sono solo i grandi gruppi a desiderare il mattone italiano. Molte richieste in arrivo dagli Emirati Arabi sono anche di piccolo taglio. «Il valore medio delle proprietà prese in considerazione è di 620 mila euro – ha spiegato Simone Rossi, direttore generale di Gateaway.com all’Eco di Bergamo – ma quel che è sorprendente è la crescita repentina delle istanze che arrivano al portale. Inoltre, più del 28% delle richieste supera i 500 mila euro di budget, una percentuale doppia rispetto a quella riferita alle richieste complessive in arrivo dagli altri Paesi».

 

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