Il gol di Simeone, al 26’della ripresa, aveva dato l’illusione alla Fiorentina di poterlo battere, questo Milan. Invece, tre minuti dopo, è bastata una respinta assai goffa di Sportiello su tiro di Suso per spalancare la porta viola al pareggio di Calahanoglu. Risultato giusto, alla fine. Ma non è nemmeno questa la Fiorentina che vorrei. E che speravo fosse diventata concreta dopo i bei pareggi esterni con la Lazio (in campionato, ovviamente, in Coppa Italia è stato un pianto dirotto) e a Napoli. Invece non è riuscita, la suadra viola, a imporre gioco e a motrare incisività contro un Milan timoroso e chiuso a riccio A Gattuso, dopo la vittoria nel derby di Coppa, interessava non perdere. E ha votato la squadra alla prudenza. Con ripartenza. Nella Fiorentina funziona poco bene il centrocampo: si salvano Badelj e Veretout. Per Benassi una partita da dimenticare. Così come per Thereau. Simeone? Bravo a girare in rete il traversone di Biraghi, poi troppi errori e qualche pausa incomprensibile. Gil Dias benino. Pioli lo ha tolto per far giocare Chiesa, realmente stanco e (mi è sembrato) perfino deconcentrato. Alla fine, il turno diCoppa Italia sembra aer pesato più alla Fiorentina che al Milan, nonostante i supplementari. La Fiorentina va rivitalizzata. Pioli dovrà dare nuovo impulso alla vigilia della Befana, contro l’Inter. E la società deve pensare ai rinforzi di gennaio, concretamente. Badelj resta o non resta? I Della Valle potrebbero anche fare uno sforzo. Se continuano a fare qualche proclama e a vivacchiare non si va da nessuna parte. Anche oggi (compleanno di Diego, 64 anni) il coro Della Valle vattene si è fatto sentire. La speranza? Che il buon senso prevalga e si arrivi a uno sbocco positivo. Per rivitalizzare il colore viola, un po’ sbiadito di questa fine anno.
PIOLI – Per l’ultima partita dell’anno solare, il colpo d’occhio sul Franchi non è esaltante: qualche vuoto anche in curva Fiesole. Poco più che macchie di spettatori in Ferrovia. Stranamente, anche la tribuna stampa è poco popolata. Nei nostri piccoli deschi si sta più larghi. Dove sono tutti? Forse a casa: del resto, come recitava uno striscione di alcuni anni fa. “tradizione toscana, a i’ tocco si sgrana”. Numerosissimi, invece, i tifosi rossoneri. A vedere la partita anche Federico Chiesa, seduto in panchina. Motivazione ufficiale? E’ stanco, spiega Pioli. Gioca Gil Dias. E torna (era l’ora!) la difesa a quattro. Con il centrocampo nutrito (Veretout, Badelj, Benassi) e davanti, insieme al buon Gil, Thereau e Simeone. Nel Milan torna fra i pali il Donnarumma giovane, quello che prende 6 milioni d’ingaggio l’anno. Antonio, efficacissimo in Coppa Italia, si accomoda in panchina. Il Milan comincia serrato nella sua metà campo. Gattuso teme la fatica dei 120′ minuti, sia pure gloriosi, contro l’Inter. Il vecchio Rino appare frenetico: fino a far sbagliare una rimessa laterale a Calabria, che l’arbitro perdona. L’allenatore fa come il protagonista de “Il gladiatore”: tiene la squadra chiusa a pugno nella tre quarti, a fare barriera, per cercare poi la ripartenza. La Fiorentina si muove meglio, però fa fatica a trovare varchi nella selva di gambe avversarie.
TRAVERSA -Siparietto con Simeone al 15′. Prima se la prende con Benassi che non lo serve, poi non rincorre un comodo pallone in area milanista. Giovanni, che fai? Il gioco, in ogni caso, langue. Si va avanti con trick-track prevedibile e stucchevole, nonostante qualche spunto in più dei viola. Quindi riaffiora il vecchio rancore con Montolivo, attaccato dal coro della Fiesole. Si va avanti, dormicchiando, fra folate di vento gelido e sole pallidino, fino alla mezz’ora. Al 38′ rimpallo favorevole per Simeone che scatta verso la porta. Romagnoli lo sega senza pietà. Ci si aspetta il rosso diretto. Invece Banti estrae il giallo. Protesta la Fiorentina. Punizione da qualche metro fuori area. Provano uno schema da allenamento: fintano in tre. Batte Veretout: sulla barriera. Al 41′ ancora Simeone in area: Donnarumma esce a valanga e respinge. I viola ora spingono. C’è poco al riposo: un solo minuto di recupero. Però ci scappa l’occasionissima: Donnarumma respinge più con fortuna che d’intuito un colpo di testa di Gil Dias. Pallone che rimbalza e finisce sulla traversa. Poi il fischio di un Banti piuttosto indeciso e troppo tollerante nei confronti dei rudi difensori milanisti.
SIMEONE – Che dire? Milan rattrappito dalla paura e molto coperto. Fiorentina che stenta troppo. L’assenza di Chiesa si fa sentire. Gil dovrebbe incidere di più. E roprio in apertura di ripresa (2′) Gil va via a destra e serve Badelj a centro area. Tiro deciso all’angolo basso a destra di Donnarumma, che però ci arriva. Ma finalmente la Fiorentina si scuote e ci prova. Anche Sportiello (6′) si esibisce in una deviazione su conclusione di Suso. Il Milan sostituisce Borini con il costoso Calhanoglu. Pioli fa scaldare Chiesa. Che entra al posto di Gils Dias, salutato da applausi. Biraghi cross per Simeone che gira di testa: pallone di poco sopra la traversa. Quindi improvviso, il coro Della Valle vattene (oggi è il compleanno di Diego, 64 anni), accompagnato dalla striscione: anche quest’anno si vince l’anno prossimo. Grazie presidente. E ce n’è anche per Cognigni. Altro cambio: fuori Benassi, assai opaco, entra Eysserich. E al 26′ arriva il gol viola: ancora un traversone da sinistra di Biraghi e stavolta Simeone, di testa, non sbaglia. Però Pioli deve rinunciare a Pezzella: non sta bene. Lo sostituisce Vitor Hugo.
CALHANOGLU – Sbanda la difesa viola. E tanto basta al Milan per pareggiare. E’ il 28: Suso tira, Sportiello respinge male, irrompe Calhanoglu che la mette dentro. Uno a uno. Tutto da rifare. Manca un quarto d’ora. I viola attaccano, il Milan prova a ripartire. Ora la partita è piacevole. Ci si aspett che il Milan avverta la fatica dei supplementari di Coppa, ma i rossoneri continuano a correre. Thereau (43′) spreca un’ottima occasione mettendo il pallone fra le braccia di Donnarumma. Poi è Sportiello a parare su Calhanoglu. Tre minuti di recupero. Gattuso perde tempo: sostituisce Kessie con Locatelli. Cambio lento, lento. Finisce così. Peccato, mi aspettavo di più dalla Fiorentina. L’augurio? Di aprire il 2018 con una vittoria sull’Inter di Spalletti. Chissà…
Sandro Bennucci