Dopo il pre-accordo sul rinnovo contrattuale dei 240mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici, vanno avanti le trattative per gli altri comparti, dalla scuola alle forze dell’ordine e ai militari, dalla sanità agli enti locali, deve essere definita al più presto la mappa degli stipendi su tutti i nuovi contratti del pubblico impiego. Il governo vuole accelerare, anche per far pesare il tema nella campagna elettorale.
La nuova trattativa riguarda oltre 400mila persone che lavorano nelle forze dell’ordine e nell’esercito. Per loro l’appuntamento è fissato il prossimo 19 gennaio, quando potrebbe arrivare l’accordo sulla parte economica che in questo caso (per la specificità del settore) prevede un aumento medio da 103 euro lordi. Oltre a questo aumento (quasi sicuro) il governo dovrebbe mettere in campo 150 milioni per finanziare gli incentivi ai «servizi operativi», cioè le attività di ordine pubblico e di controllo sul territorio e il lavoro delle pattuglie. La distribuzione di queste risorse sarà definita a stretto giro, per completare un quadro che vede già fondi stanziati ad hoc per una parte del comparto, ad esempio quelli dell’operazione “strade sicure” appena rinnovato dalla legge di bilancio.
II capitolo di maggior peso è quello relativo agli 1,2 milioni dipendenti della scuola, su cui l’architettura delle risorse deve ancora essere completata. Oggi alle 15 sindacati e Aran (l’Agenzia che rappresenta lo Stato nella contrattazione) iniziano la trattativa che dovrebbe portare al nuovo contratto del settore che comprende anche università e ricerca.
Entro le prossime settimane, poi, partiranno i confronti per la sanità (64omila persone) e per regioni ed enti locali (45omila dipendenti). A finanziare questi rinnovi saranno rispettivamente il fondo sanitario (il costo lordo è intorno ai 900 milioni) e le amministrazioni territoriali, che dovranno dedicare al tema 650 milioni all’anno.