Sì alle ‘fusioni for zate’ dei Comuni

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Clipboard-010Nonostante i mal di pancia interni al Pd, il gruppo consiliare democratico vota compatto la risoluzione che – dopo il caso Abetone-Cutigliano – istituzionalizza la linea che sarà seguita dal partito di maggioranza in Consiglio regionale: via libera alle leggi di fusione dei Comuni toscani con il ‘sì’ del 66% (due terzi) dei votanti complessivi, cioè dell’intera comunità interessata al referendum consultivo.

Non sarà più richiesta, dunque, la maggioranza (51%) dei votanti dei singoli Comuni soggetti a fusione. In pratica i ‘sì’ si sommeranno, anziché pesarsi. Il nuovo quorum acquisterà rilevanza quando – come successo, per la prima volta, nel caso di Abetone e Cutigliano – i cittadini dei due Comuni esprimano pareri opposti.

Il nuovo criterio d’azione, secondo il Pd, spinge l’acceleratore sulle fusioni dei Comuni toscani (oggi sono 279, dopo che si sono realizzate otto fusioni di 16 Comuni; con l’unione Abetone-Cutigliano, dal 1 gennaio 2017, diventeranno 278), «rendendo contagioso e irreversibile un processo iniziato da qualche anno», ha sottolineato Antonio Mazzeo, vicesegretario del Pd toscano, illustrando la risoluzione nell’aula del Consiglio regionale.

Per le opposizioni, che hanno votato contro la risoluzione (Lega Nord, M5S, Forza italia, Sì-Toscana a sinistra e Fratelli d’Italia), il Consiglio regionale ha deciso invece di calpestare la volontà dei cittadini, e dunque di agire senza condivisione delle comunità: «Non si possono unire Comuni che non vogliono», è il monito.

Duro il commento di Pierandrea Vanni, coordinatore dei piccoli Comuni di Anci Toscana: «Non siamo alle fusioni obbligatorie proposte da un gruppo di parlamentari del Pd, ma ci andiamo vicini», afferma, parlando di «forzatura nei confronti dei Comuni, del loro diritto ad esprimersi liberamente prima negli organi istituzionali e poi con i referendum».

La risoluzione Pd che è stata approvata oggi prevede anche l’incremento degli incentivi alle fusioni (oggi 250mila euro all’anno per cinque anni fino a un massimo di 1 milione dalla Regione e un contributo salito dal 20 al 40% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010 da parte del Governo); e sollecita un unico ambito territoriale ottimale (Ato) che abbracci l’intera regione per l’acqua (oggi sono sei) e per i rifiuti (oggi sono tre).

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Toscana24

 

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