Pensioni a passo di lumaca: in 5 anni sono aumentate di soli 53 euro al mese

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Tito-Boeri-INPS-e-Renzi15-620x350Nonostante le riflessioni sulla spesa pensionistica, gli attacchi di Tito Boeri, e più recentemente anche della Cgia di Mestre, alle pensioni più alte, che il bocconiano presidente Inps vuole pervicacemente tagliare, lo stesso istituto da lui presieduto, con le sue statistiche, dimostra che gli assegni sono rimasti quasi fermi negli ultimi 5 anni, con aumento di soli 53,1 euro al mese. È quanto emerge dalle tabelle dell’Inps che contengono le serie storiche delle pensioni vigenti, aggiornate al primo gennaio 2016.

INPS – Secondo l’Istituto di previdenza l’importo medio annuo delle pensioni è passato da 10.093 euro del primo gennaio 2012 a 10.784 euro delle ultime rilevazioni. Dividendo il reddito annuo in 13 mensilità risulta che l’assegno mensile è passato da 776,4 euro a 829,5 euro, con una differenza, appunto, di poco superiore ai 50 euro. Un dato significativo, anche alla luce del dibattito sollevato dall’annuncio del premier Matteo Renzi di poter estendere il bonus da 80 euro anche alle pensioni minime. Una promessa che però non trova riscontro nel Def, il Documento di economia e finanza, dove è inserito solo un accenno vago al pensionamento anticipato con misure per la flessibilità delle uscite dal lavoro.

VECCHIAIA – Gli aumenti più sostanziosi (si fa per dire) sono quelli delle pensioni di vecchiaia, che sono passate da 13.436 euro a 14.507 euro. L’assegno mensile quindi da 1.033,5 euro è arrivato a 1.115,9 euro, con un incremento di 82,4 euro al mese. Variazioni al di sopra della media si registrano anche per le prestazioni di invalidità previdenziale, che sono passate da 7.784 euro del primo gennaio 2012 a 8.570 euro del primo gennaio 2016. L’assegno mensile era quindi di 598,8 euro ed è arrivato a 659,2 euro, con una differenza di 60,4 euro mensili.

ASSEGNI SOCIALI – Si scende a quota 32,4 euro di incremento, per le pensioni e gli assegni sociali, che sono passati da 5.069 euro a 5.490 euro (+421 euro). L’assegno mensile era pari a 389,9 euro ed è salito a 422,3 euro. L’incremento minore si registra per le prestazioni agli invalidi civili, che sono aumentate di soli 10,5 euro negli ultimi 5 anni, passando da 5.019 euro a 5.156 euro (+137 euro). L’assegno era di 386,1 euro ed è salito a 396,6 euro. Infine le prestazioni ai superstiti passano da 7.286 euro a 7.832 euro (+546 euro); l’assegno mensile ammontata quindi a 560,5 euro ed è arrivato a 602,5 euro, con un incremento di 42 euro al mese.

DEF – Chi si attendeva novità (leggasi aumenti) importanti dal Documento di economia e finanza è rimasto deluso. Quello che si legge nel Programma nazionale di riforma pubblicato insieme al Def è che «il governo valuterà la fattibilità di interventi volti a favorire una maggiore flessibilità nelle scelte individuali, salvaguardando la sostenibilità finanziaria e il corretto equilibrio nei rapporti tra generazioni». Questo vuol dire che il tema della flessibilità sarà affrontato solo se gli equilibri di finanza pubblica lo consentiranno.

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