Intervista ad Alessio Lucarotti Presidente di Confesercenti Lucca ed imprenditore nel settore della comunicazione digitale

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lucarottiPresidente Lucarotti, affrontiamo la situazione dell’economia provinciale partendo dai numeri.

Nei primi due mesi dell’anno, 87 attività commerciali, dei servizi e del turismo di Lucca e provincia si sono dovute arrendere. Questo significa che la crisi ha spazzato via un’attività e mezzo (negozio, ristorante, bar, struttura ricettiva o altro ancora) ogni giorno. Nello stesso periodo le nuove aperture sono state solo 11, portando a -76 il saldo tra chiusure e aperture: un dato che parla da solo.

Ci sono segnali di ripresa?

“La ripresa, insomma, sembra ancora non essere arrivata dalle parti del terziario. Cifre che smorzano ogni entusiasmo legato ai timidissimi segnali di ripresa che, soprattutto nei primi otto mesi del 2015, avevano fatto pensare ad un inizio di inversione di rotta. Le attività storiche che continuano a chiudere, anche in questi ultimi giorni, sono la punta dell’iceberg del malessere del nostro territorio e purtroppo il tessuto commerciale storico che ha fatto la ricchezza e la distinzione della città è destinato a scomparire definitivamente. La Lucca dello shopping di qualità nota in tutta la regione rischia di diventare un mero ricordo.

Quindi il commercio continua a mostrare segni di sofferenza?

Il piccolo commercio continua a soffrire, a causa di molti fattori: locazioni troppo elevate, un’eccessiva morsa della tassazione – sia diretta che indiretta – e delle logiche inquisitive del fisco, ma anche una politica che non ha saputo difendere i propri gioielli e programmare il futuro (da tempo chiediamo un piano delle funzioni) e il blocco del credito e degli investimenti. Ricordiamo come in questi anni tutte le categorie abbiano goduto di incentivi tranne il mondo del commercio. Solo la Camera di Commercio ha saputo costruire un sistema di credito agevolato che, poi, è stato fortemente ridotto a causa dei drastici tagli di bilancio, anche se quest’anno nuovi fondi saranno destinati all’attività.

Segnali incoraggianti, invece, provengono dal settore turismo?

In questo scenario, il turismo sembra comunque reggere. Il  sistema turistico lucchese tiene botta ma non riesce  strutturarsi in modo robusto. Trainanti sono il turismo estivo in Versilia, Garfagnana e Colline e il turismo culturale durante tutto l’anno a Lucca. Quel che serve è la capacità di fare sistema, per cui abbiamo grandi potenzialità ma non riusciamo a valorizzare appieno le nostre risorse. Ci serve un’anima, un’identità che sia segno di forza e di riconoscibilità e un’orchestrazione del territorio e degli eventi.

Quindi, concretamente cosa si può fare?

I successi delle due manifestazioni delle ultime settimane – la consolidata VerdeMura e la neonata Collezionando –confermano come Lucca è in grado di proporre un calendario di eventi per tutto l’anno. Da qui la necessità di una programmazione efficace e soprattutto in accordo con tutti gli attori del territorio, associazioni in testa. Iniziative che dimostrano come la nostra città sia in grado di attrarre presenze anche in momenti diversi agli ormai consolidati Lucca Comics & Games e Summer Festival. Dobbiamo lavorare ad un calendario di eventi tutto l’anno da proporre e vendere, ad esempio, alle borse del turismo. Siamo pronti a sederci ad un tavolo comune per mettere a punto efficaci piani di promozione che coinvolgano strutture ricettive (con pacchetti mirati anche in bassa stagione) e commercianti (ad esempio con offerte e promozioni per i singoli eventi). In questo momento di crisi ancora palpabile, diventa fondamentale l’impegno di tutti per investire in un settore come il turismo che può essere trainante per la città. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.

In conclusione, le soluzioni di Confesercenti?

A condizioni complesse si deve rispondere con azioni complesse, chi pensa di avere la bacchetta magica sbaglia. Detto questo è possibile identificare azioni semplici e concrete da attivare subito. Primo: lotta all’abusivismo e all’irregolarità.  Secondo: cambio di percezione del reale. Lucca continua a vivere nella convinzione di essere un’isola felice, cosa di per sé vera ma solo grazie al godimento di rendite di posizione che anno dopo anno si vanno esaurendo. È evidente dalle priorità della politica e dall’approccio alla comunicazione e alla promozione turistica. Terzo: trasformare le potenzialità di Lucca in motore di ricchezza duratura e sistemica, mettendo a valore le ricchezze culturali, i beni paesaggistici, l’arte e il proprio stile di vita, fondando su di esse sviluppo sostenibile del territorio e dell’urbanistica, turismo, sviluppo economico, commercio tradizionale e accoglienza. Quarto: sinergie. È possibile vincere queste sfide solo con una visione allargata, coinvolgendo quanti più attori e territori limitrofi possibili.

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