Dopo il flash uscito dalle agenzie, dal quale sembrava che il vertice di centrodestra avesse concordato la linea comune nel chiedere il rispetto della volontà degli elettori, piani piano è emerso invece che durante l’incontro si sarebbe consumato uno scontro Berlusconi – Salvini. Il leader della Lega infatti avrebbe ribadito di non essere disponibile a ricevere un incarico senza essere certo di avere prima una maggioranza chiara in Parlamento, secondo quanto rendono fonti vicine alla Lega, sottolineando che Salvini non intende andare alle Camere alla ricerca di voti, come richiedeva Giorgia Meloni.
«In settimana continuerò a dialogare con altri (a cominciare da Di Maio) l’unica cosa che escludo è di fare un governo insieme al PD, che ha fatto disastri negli ultimi sei anni. Se ci saranno i numeri per governare sarò orgoglioso di farlo, altrimenti meglio tornare ad ascoltare gli italiani. Spero che nessuno voglia perdere tempo o tirare a campare». Lo ha affermato Matteo Salvini.
Diversa la posizione di Giorgia Meloni, intervistata da Barbara D’Urso a ‘Domenica Live’ su Canale 5: «E’ al centrodestra che spetta mettere in piedi un governo. I numeri si cercano (ipotesi poi esclusa da Salvini ndr) . Rispetto a chi tenta di spaccare la coalizione – come il M5S, arrivato secondo -, noi diciamo che il premier deve essere espressione del centrodestra, la coalizione deve rimanere compatta, in perfetta armonia, il programma è il nostro. Su questo chiediamo l’incarico e vediamo chi ci sta in Parlamento, con il Pd ho più difficoltà».
«Vedo che la Lega ha promesso il cambiamento – afferma Luigi Di Maio -, ma preferisce tenersi stretto Berlusconi e condannarsi all’irrilevanza. Adesso per completare l’opera, consiglio a Salvini di chiedere l’incarico di Governo al Presidente Mattarella e di dimostrare come possa governare con il 37%. Da noi la grande ammucchiata non avrà un solo voto».
Berlusconi, Salvini e Meloni avevano inoltre posto tre condizioni: un premier espressione dei partiti di centrodestra, l’unità della coazione e il rispetto dei principali punti del programma sottoscritto prima del voto, quali il taglio delle tasse, incentivi al lavoro, il blocco dell’immigrazione clandestina, garanzie per la sicurezza dei cittadini e sostegno alle famiglie.
Ma poi dal lato Lega è spuntata l’ipotesi di un premier ‘terzo’. «Su un eventuale nome per la premiership credo sia giusto che tutti i protagonisti comincino a ragionarci. Io auspico ancora che sia Matteo Salvini, che ha già spiegato di essere pronto a un segnale di responsabilità», ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera, Giancarlo Giorgetti.
Sembra dunque che il vertice del centrodestra sia servito solo a decidere che i tre leader andranno insieme e non separati da Mattarella, ma per il resto la confusione regna sovrana.