In attesa di conoscere, giovedì prossimo, l’esito del tentativo del presidente della Camera Roberto Fico, che vorrebbe conciliare il suo partito con il Pd, indicando a Mattarella questa strada che fino a ieri pareva preclusa, si possono immaginare i differenti scenari che il Capo dello Stato si troverà a dover esaminare nel prossimo week-end.
VOTO – Innanzitutto due considerazioni. Tramontata la possibilità di un governo Lega-M5s è da escludere anche un ricorso a breve alle urne, senza una nuova legge elettorale. E’ nota infatti la contrarietà del presidente della Repubblica al voto anticipato. Chiusa, o quasi, la finestra primaverile non rimarrebbe che quella autunnale, con tutti i rischi per la tenuta del Paese che sarebbe costretto all’esercizio provvisorio. Senza contare che un nuovo voto con la stessa legge elettorale, non muterebbe nella sostanza il quadro.
MOLISE – Il risultato elettorale del Molise – oltre ad aver punito pesantemente il Pd – ha duramente deluso anche coloro (Salvini e Di Maio) che hanno voluto dare un significato politico al voto di centomila elettori. Il leader della Lega non sorpassa FI. Di Maio perde la sfida con Berlusconi e il Cavaliere si prende la rivincita. Qualche elemento di riflessione comincia a spuntare nei partiti. Le incognite su un ritorno a breve al voto cominciano ad essere superiori ai timori di dover comporre una maggioranza con un alleato considerato sino a poche settimane inadatto o politicamente lontano. Così si spiega l’improvviso voltafaccia di Martina e di molti pezzi importanti del Pd che adesso non escludono un accordo con il M5S, con la scusa che il fallimento dell’accordo fra quest’ultimo e la Lega costituirebbe una novità rispetto al passato. Una scusa malamente inventata per giustificare il tentativo di mantenere il potere nonostante le ripetute bocciature del popolo sovrano al Pd, a Renzi e al renzismo.
Come conferma il risultato del piccolo Molise, le elezioni a breve rischiano di essere una sorta di terno al lotto. Un’incognita, se non un lusso che, oltre allo sconquassato Pd, non può permettersi Di Maio e, visto il voto in Molise, rappresentano un rischio anche per Salvini.
MATTARELLA – Adesso Mattarella dovrà trarre le conclusioni dopo i risultati delle trattative e dell’incarico affidato a Fico. M5S e Lega hanno due strade ormai divise e se non porterà da nessuna parte quella del M5S con il Pd sono possibili solo due strade. La prima che Mattarella tenti di affidare l’incarico a un esponente del centrodestra, come chiedono da tempo la leader di FdI Giorgia Meloni e da adesso anche Salvini. Magari sperimentando un governo di centrodestra -affidato a Giancarlo Giorgetti – che sembrerebbe disponibile a cercarsi in aula i voti che gli mancano. Oppure, ipotesi più probabile, l’ennesimo governo del Presidente, per l’incapacità dei partiti di trovare accordi e soprattutto per la disastrosa legge elettorale che ci ha portato a questo stato d’incertezza.