Pensione: i requisiti per quella di vecchiaia a partire dal 2019. Salvo interventi governativi

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Uno dei punti programmatici che il nuovo governo giallo-verde vuole realizzare, nelle intenzioni, è quello di intervenire sugli effetti della riforma Fornero. Dal sito PMI.it, che è una fonte inesauribile di molte novità in campo fiscale e pensionistico, traiamo un interessante articolo di barbara Weisz in merito ai requisiti attuali per la pensione di vecchiaia, a partire dal 2019, che non dovrebbero essere nel mirino della nuova compagine.

Dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia sale a 67 anni (DM Economia in G.U. 12 dicembre 2017), con uno scatto di cinque mesi per l’adeguamento alla speranza di vita. Lo scatto pensione 2019 si applica anche ai lavoratori precoci che si ritirano prima grazie alle nuove agevolazioni, mentre sono esclusi gli addetti ai lavori usuranti. Non solo: nella Legge di Bilancio 2018, in seguito all’accordo con i Sindacati, è prevista l’esenzione dello scatto anche per 15 categorie di lavoratori, per i quali età pensionabile e requisito contributo per la pensione anticipata restano quelli attuali.

Il decreto dell’Economia stabilisce dunque che, dal prossimo gennaio, i requisiti di accesso alla pensione sono incrementati di cinque mesi. Quindi, dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia si porta a 67 anni, così come l’età per l’assegno sociale (da 65 anni e otto mesi), mentre l’anzianità contributiva per la pensione anticipata passa a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

L’aumento dell’età pensionabile non si applica alle seguenti 15 categorie di attività:

addetti alla concia di pelli e pellicce;
addetti ai servizi di pulizia;
addetti spostamento merci e/o facchini;
conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
conducenti treni e personale viaggiante in genere;
guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni; infermieri o ostetriche che operano su turni;
maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
operai edili o manutentori di edifici;
operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti; chi cura, per professione, persone non autosufficienti;
lavoratori marittimi;
settore siderurgico;
pescatori;
lavoratori agricoli.

Restano invece invariati i requisiti per i lavoratori usuranti, che possono ritirarsi con la quota 97,7. Niente scatti relativi alle aspettative di vita fino al 2025.

APE volontaria, il requisito dei tre anni e sette mesi
Lo scatto del requisito pensione 2019 ha un impatto anche sull’APe volontaria, che la Legge di Bilancio proroga al 2019, quando il requisito anagrafico sarà di 67 anni. Pertanto, non basteranno più 63 anni per avere diritto all’anticipo pensionistico, ma verosimilmente serviranno cinque mesi in più, così da soddisfare il requisito dei tre anni e sette dall’età pensionabile.

Attenzione: coloro che nel 2019 avranno già ottenuto l’APe, godranno di un prolungamento del trattamento. Nel momento in cui si presenta la domanda di APe, bisogna anche scegliere se ottenere o meno il finanziamento supplementare previsto per gli scatti dell’età pensionabile. Il problema dell’aumento del requisito anagrafico si porrebbe anche per l’APe sociale, nel caso in cui venisse anch’esso prorogato al 2019.

Secondo le utlime indiscrezioni il piano del Governo Conte sarebbe quello di varare un primo intervento sulle pensioni per superare la legge Fornero aprendo la strada a quota 100 e quota 41. Ma il M5S vorrebbe evitare di mettere in sofferenza il bilancio già dalle prime misure anche per dare un segnale rassicurante a Bruxelles prima di cominciare il confronto sulla revisione dei trattati e sulla possibilità di utilizzare nuovi spazi di flessibilità nella prossima legge di bilancio. È quindi possibile che nella prima fase per le pensioni siano previste misure preparatorie dando magari il via solo a opzione donna (uscita a 57-58 anni con 35 di contributi e l’assegno contributivo). in tal modo il quadro presentato sopra non dovrebbe essere mutato o addirittura sconvolto.

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