Vivere in pensione per circa il doppio del tempo passato al lavoro e quindi ricevere l’assegno per quaranta anni avendone lavorati solo 20 (e a volte meno): è quello che succede a centinaia di migliaia di italiani dato che, a guardare gli osservatori statistici dell”Inps, risultano oltre 400.000 pensioni con una decorrenza più antica del 1980 e quindi in vigore da oltre 38 anni. In pratica per le persone che possono contare su questi assegni il bilancio è largamente positivo con trattamenti che, grazie alla lunga durata, possono superare di tre volte i contributi versati.
Le pensioni che sono state liquidate prima del 1980 e all’inizio del 2018 ancora in vigore sono nel complesso 406.942.
Le pensioni private antecedenti il 1980 sono 355.335 mentre i trattamenti pubblici sono 51.607. Sono invece oltre 1,7 milioni gli assegni che durano da oltre 30 anni (quindi liquidati dal 1988 o prima). Il calcolo include naturalmente solo le pensioni di vecchiaia, anzianità e superstiti mentre sono escluse le invalidità e gli assegni sociali.
L’età alla decorrenza delle pensioni liquidate prima del 1980 per la gestione dei dipendenti pubblici era di 49 anni per la vecchiaia e di 45,7 per i trattamenti di anzianità contributiva.
Per i superstiti da assicurato era di 41,1 anni mentre per i superstiti da pensionato era di 45 anni. Naturalmente la cifra media risente del fatto che sono passati moltissimi anni e quindi le persone rimanenti con pensioni cosi vecchie sono quelle che sono andate a riposo prima e dopo 38 anni sono ancora in vita.
Per i pensionati del settore privato l’età e’ un po’ più alta per i trattamenti di vecchiaia (compresa l’anzianità) con 54,5 anni, mentre e’ più bassa per i superstiti con appena 40,2 anni al momento della liquidazione della pensione. Il dato dei pubblici risente chiaramente delle pensioni baby e quindi delle uscite dal lavoro con 20 anni di contributi o meno (14 anni sei mesi e un giorno per le donne con figli dipendenti dello Stato) un sistema che è rimasto in vigore per quasi vent’anni e che è stato abolito nel 1992.
Se per le pensioni del settore privato l’importo medio degli assegni liquidati prima del 1980 e’ largamente inferiore a mille euro al mese (818 euro mensili i trattamenti di vecchiaia, 529 euro quelli ai superstiti) per le pensioni del settore pubblico l’importo medio supera i 1.650 euro mensili per i trattamenti di vecchiaia e i 1.466 euro per quelli di anzianità. Per le pensioni ai superstiti da assicurato risalenti a prima del 1980 la pensione media ammonta a 1.134 euro mentre gli assegni ai superstiti da pensionato valgono 1.200 euro al mese in media.