Migranti: l’Europa, le Ong e la Germania cominciano a capire che la musica è cambiata

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Le cronache ci narrano che da ogni fazione della sinistra, dall’area cattolica, dal Vaticano, dai volontari interessati al business dell’accoglienza, dalle Ong e da Macron arrivano bordate, condanne, dichiarazioni pesantissime contro il ministro Salvini, definito come minimo razzista e fascista e amico della Le Pen. Ma le stesse cronache ci fanno scoprire che la mossa di dirottare la motonave Aquarius verso la Spagna ha avuto il non trascurabile merito di riproporre il tema della suddivisione dei presunti profughi, veri migranti economici, in ambito dell’Unione Europea e di far riflettere sul ruolo non chiaro delle navi Ong.

Un elenco di dichiarazioni e prese di posizione è utile per farci comprendere la possibile evoluzione della questione.

AQUARIUS – Prendiamo per prime le dichiarazioni dei diretti interessati, che hanno tragicizzato la vicenda descrivendo disastri per i profughi ospiti della nave, che si stanno dirigendo verso il porto sicuro di Valencia. «Speriamo che la vicenda dell’Aquarius rappresenti realmente un punto di svolta per cambiare una volta per tutte la politica europea in tema di migrazioni», ha detto il presidente di Msf Spagna, David Noguera, parlando con i giornalisti a Valencia, e sottolineando che quello che serve è un «cambio radicale per avere una accoglienza più umana».

ZUCCARO – In Italia il procuratore della repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, autore di numerose inchieste che hanno smascherato il comportamento a suo avviso illecito di alcune Ong, auspica la creazione di hotspot: «Ben altri risultati in termini di vite umane salvate e di storie di violenze e abusi evitati si avrebbe con la creazione di hotspot gestiti a livello internazionale. Che è l’unico modo, a mio avviso, di porre fine veramente al vergognoso traffico di migranti da parte delle organizzazioni criminali». E denuncia il vergognoso comportamento di Malta: «le autorità maltesi che pure dovrebbero presidiare un’area Sar di non modesta estensione lungo la rotta del mare Mediterraneo centrale, sistematicamente rifiutano l’utilizzo dei loro porti per l’approdo».

VESCOVI – Anche la Chiesa ammorbidisce un po’ i toni, riconoscendo il grande sforzo dell’Italia. Lo afferma il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: «L’Italia, che davanti all’emergenza ha saputo scrivere pagine generose e solidali, non può essere lasciata sola ad affrontare eventi così complessi e drammatici». Meglio tardi che mai.

JUNCKER – Se ne accorge perfino il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker che, dopo aver offeso ripetutamente l’Italia e il popolo italiano, afferma: «Abbiamo bisogno di una legge sull’asilo europeo. Gli assolo nazionali non ci portano a progressi». Magari dovrebbe ricordarsi che tocca a lui agire e non solo chiacchierare.

SPAGNA – Intanto la «generosa» Spagna, dopo aver acconsentito l’attracco dell’Aquarius nei suoi porti, ha concordato di ammollare una parte dello sgradito carico alla Francia. Macron ha accettato per solidarietà fra governi di sinistra e, sotto sotto, per dare un altro schiaffo all’Italia. Ma gli renderemo pan per focaccia.

MERKEL – Infine anche la Germania, Paese che dalla presenza di gruppi selezionati di profughi, in particolare siriani, trae il maggior vantaggio, si sta anch’essa orientando verso una stretta, tanto che all’interno della stessa maggioranza di governo fioriscono le polemiche. Dice la cancelliera Merkel, parlando d’immigrazione: «Questa è una sfida europea che necessita anche una risposta europea, credo che questo tema sia uno di quelli decisivi per la coesione dell’Europa». Dichiarazioni impegnative in vista dei due prossimi importanti vertici in programma. Lunedì 18 Merkel riceverà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, martedì sarà il turno del presidente francese Emmanuel Macron.

Ne sapremo di più, dopo questi incontri, anche sulla posizione che prenderà l’Europa, ma almeno l’iniziativa del governo giallo-verde avrà avuto il merito di smuovere le acque e di disinnescare la privativa dell’accoglienza di tutti i migranti d’Africa, che Renzi aveva regalato agli italiani, e che Minniti aveva già cominciato a limitare.

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