#ToscanaSiFerma, sciopero pubblico impiego: oltre 12.000 in piazza a Firenze. 100.000 hanno aderito

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sindacatiAlta adesione oggi allo sciopero e grande partecipazione alla manifestazione regionale di Firenze indetta dai sindacati regionali di categoria del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil per chiedere al Governo di aprire le trattative per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre sei anni. Circa 100mila i dipendenti interessati dallo sciopero del pubblico impiego e dodicimila quelli che stamani sono scesi in piazza.

“#ToscanaSiFerma, l’hashtag coniato per questo sciopero e la Toscana si è fermata davvero – si legge in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil -. Oltre centomila i dipendenti toscani interessati, nei settori sanità, enti locali, regione, ministeri, enti pubblici non economici, servizi socio-sanitari privati. Molti lavoratori del settore, come sempre, non hanno potuto scioperare per garantire i servizi essenziali previsti dalla legge (basti pensare alla sanità); negli altri settori l’adesione è stata invece alta, con uffici chiusi e servizi a singhiozzo un po’ in tutta la Toscana.

Siamo dodicimila: è una bellissima manifestazione – hanno scandito i rappresentanti sindacali – dal palco di una piazza Santissima Annunziata piena di bandiere rosse, verdi e azzurre. «I manifestanti – prosegue la nota – si erano radunati in piazza Indipendenza da dove sono partiti attorno alle 10 attraversando il centro storico: piazza San Marco, via Cavour, piazza Duomo, via dei Servi. Dal palco sono intervenuti, assieme ai delegati dei vari settori, Marco Bucci segretario regionale Cisl-Fp, Mario Renzi segretario regionale Uil-Fpl, Enzo Feliciani, segretario regionale Uil-Pa e Rossana Dettori segretario generale Fp-Cgil nazionale a cui sono state affidate le conclusioni. Al corteo e in piazza presenti anche i segretari generali toscani di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Dalida Angelini, Riccardo Cerza e Francesca Cantini».

I sindacati hanno ribadito le loro richieste: rinnovare i contratti nazionali e rilanciare la contrattazione decentrata, superare la legge Fornero sulle pensioni e sbloccare il turnover, rafforzare il confronto regionale e aziendale sugli effetti della riforma del sistema socio sanitario regionale, garantire il posto di lavoro nei cambi di appalto e nei processi di riorganizzazione, aprire il confronto con la Regione sull’assetto istituzionale e delle funzioni, per scongiurare le pesanti ricadute occupazionali e sui servizi prodotte dalla riforma della pubblica amministrazione, che dopo le Province (con i disastri che tutti hanno visto) toccherà ora Prefetture, Camere di Commercio, Ministeri, Inps, Inail.

 

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