Economia: cresce il pil (+1%), ma esplode il debito pubblico (+14 miliardi)

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renzi-padoanIl Pil cresce, ma il debito pubblico esplode. Dall’economia italiana arrivano segnali sempre più contrastanti. A marzo – fa sapere Banca d’Italia – il rosso delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 14,0 miliardi, arrivando a quota 2.228,7 miliardi. Si tratta di un nuovo record rispetto a quello toccato a maggio 2015, che certifica il fallimento delle politiche sul debito del Governo Renzi.

«Il debito che doveva diminuire – analizzano i consumatori, Adusbef e Federconsumatori – è salito con Renzi – Padoan al ritmo di 4,86 miliardi di euro al mese, circa 160 milioni di euro al giorno, 6,6 milioni all’ora, 110mila euro al minuto, 1.833 euro ogni secondo. L’aumento pro-capite negli anni di governo Renzi (per ognuno dei 60 milioni di abitanti) di 2.025 euro di tassa occulta che graverà all’infinito sui giovani, e un gravame di 37.145 euro per ognuno dei residenti, 93.000 euro a famiglia».

Dati impressionati, parzialmente mitigati dalle buone notizie che provengono dal fronte del Pil. L’Istat rileva infatti che nel trimestre è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,0% nei confronti del primo trimestre 2015. Un dato di crescita, anche se ancora lontana dall’obiettivo del Governo per l’anno, fissato all’1,2%. Negativa, invece, la dinamica dei prezzi: ad aprile l’inflazione è diminuita dello 0,1% su base mensile e dello 0,5% su base annua, una variazione più ampia di tre decimi di punto percentuale rispetto a quella registrata a marzo (-0,2%). L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,5% (era -0,4% a marzo).

I sindacati non mancano di sottolineare la debolezza della nostra economia che emerge dai dati: per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo è necessario uscire dalle politiche dell’austerity «per fare gli investimenti pubblici e privati, per fare riprendere l’economia e dare una prospettiva occupazionale ai nostri giovani». La Cgil, invece, sostiene che non siamo di fronte «a una vera ripresa», mentre per il Segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli, «i segnali di ripresa sono positivi ma non ancora sufficienti per determinare una condizione utile a riassorbire quanto perso dal nostro Paese in 8 anni di crisi». Il Codacons, invece, punta il dito sulla diminuzione dei prezzi: «È la deflazione è una vera e propria bestia nera per l’economia italiana, un nemico che allontana la ripresa definitiva del Paese».

 

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