Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier, al gip Angela Fantechi, nell’interrogatorio di garanzia a palazzo di giustizia hanno detto semplicemente: «Siamo due pensionati». La difesa ha chiesto la revoca della misura cautelare alla stessa giudice che ha firmato l’ordinanza. Entrambi hanno risposto così, secondo quanto riferito dal loro difensore, l’avvocato Federico Bagattini, al giudice che chiedeva loro quale professione svolgessero attualmente, spiegando, la Bovoli, di essersi dimessa dalle cariche ricoperte
nella società di famiglia Eventi6, mentre il marito ha detto di essersi cancellato dal registro degli agenti di commercio cui era iscritto.
Nei rispettivi interrogatori, prima Laura Bovoli, per circa due ore e mezzo, poi il marito Tiziano (che aveva atteso il suo turno in una stanza separata del tribunale), fino a sera, avrebbero chiarito al gip le accuse di bancarotta e fatture fittizie relative a società cooperative di cui, secondo gli inquirenti, avevano il controllo tramite persone di fiducia. Peraltro, ha spiegato uno dei legali, la contestazione dell’illecito non ammonta a 700.000 euro, ma eventualmente è di 250.000 euro più Iva. Qualcuno ha sbagliato a fare le
operazioni aritmetiche, ha detto l’avvocato Bagattini.
«Abbiamo chiesto la revoca dei domiciliari vista l’insussistenza della misura cautelare – ha affermato ancora lo stesso difensore – questa è stata una mezza maratona, gli argomenti cui rispondere erano numerosi e non ci sono stati momenti di attrito o di tensione, ma abbiamo trovato una signorilità che di solito non è usuale negli interrogatori». Sull’istanza di revoca dei domiciliari ora serve il parere del pm, che ha 48 ore di tempo; il gip ha 5 giorni per decidere. Quanto al prosieguo del procedimento, Bagattini non esclude una possibile archiviazione. La giornata, per i genitori di Matteo Renzi, era cominciata presto. Hanno lasciato la casa della figlia Matilde, dove sono ai domiciliari da mercoledì, a Rignano sull’Arno (Firenze) intorno alle 10, per raggiungere lo studio Bagattini in città, a Porta al Prato. Qui hanno finito di preparare il confronto col gip. Un lavoro che sta andando avanti da giorni e che corrisponde alla volontà dei Renzi di dare con la massima disponibilità ogni chiarimento necessario" riguardo alla loro conduzione delle società. Quando sono arrivati al palazzo di giustizia, la vettura è stata fatta posteggiare all’interno del perimetro, poi i Renzi sono stati accompagnati dentro, al riparo da sguardi indiscreti, verso l’area dedicata ai due interrogatori separati. Ha cominciato a rispondere – anche ricostruendo parte delle attività delle società di famiglia, fra cui alcune difficoltà delle cooperative – Laura Bovoli. Ha assistito
all’interrogatorio anche il pm Luca Turco. Verso le 17.30, quando stava per iniziare Tiziano Renzi nella stessa zona del palazzo è arrivato il procuratore Giuseppe Creazzo: ma, diversamente da una prima impressione, era lì per altri motivi di ufficio e non per gli interrogatori.
A inizio pomeriggio l’imprenditore ligure Mariano Massone, anche lui ai domiciliari nella stessa inchiesta dei Renzi, si è
avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Fantechi. Il suo difensore Luca Gastini ha chiesto la modifica dei
domiciliari consentendo al suo assistito di poter comunicare all’esterno ma anche di poter uscire dalla casa per andare ad
assistere i genitori che abitano nelle vicinanze. Nell’ufficio del gip, Massone e il suo avvocato si sono trattenuti circa
mezz”ora. Lo stesso legale, però, ha presentato istanza di revoca della misura al Riesame.