Oggi «senza nulla tralasciare del tesoro spirituale delle comunità cattoliche locali, e specialmente facendosi carico delle gravi sofferenze e incomprensioni vissute dai cattolici cinesi nel corso di tanti anni, siamo chiamati a fare memoria e, insieme, a scrivere una pagina nuova per il futuro della Chiesa in Cina». Lo scrive il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, fin dall”inizio della prefazione al volume La Chiesa in Cina. Un futuro da scrivere a cura di padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, in uscita il 19 marzo per Ancora Editrice.
Un testo che si colloca in un momento storico particolare nei rapporti tra la Sede Apostolica e la Cina, specialmente dopo la firma dell”Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, avvenuta a Pechino il 22 settembre 2018. «Il caso cinese mostra che per affrontare la sfida dell’evangelizzazione occorre anzitutto ritessere l’unità della Chiesa», sottolinea Parolin nella prefazione anticipata dal sito della Santa Sede Vatican News. «Proprio al fine di sostenere l”annuncio del Vangelo in Cina, l”8 settembre 2018 il Santo Padre Francesco ha accolto nella piena comunione i restanti sette Vescovi ufficiali ordinati senza mandato pontificio. Così, dopo tanti decenni, tutti i Vescovi in Cina sono oggi in comunione con il Sommo Pontefice», osserva il porporato, ricordando anche la successiva partecipazione, per la prima volta, di due vescovi della Cina continentale al Sinodo dell”ottobre scorso.
E” proprio l”universalità della Chiesa a spingere la Santa Sede a non nutrire sfiducia o ostilità verso alcun Paese, ma a percorrere la via del dialogo per superare le distanze. «L”annuncio del Vangelo in Cina non può essere separato da un atteggiamento di rispetto, di stima e di fiducia verso il Popolo cinese e le sue legittime Autorità. La Santa Sede si augura di poter collaborare con la Cina anche sui temi della pace, dell”ambiente, dell”incontro tra le culture, favorendo la pace e aspirando al bene dell”umanità”. Il segretario di Stato ribadisce infine che “le finalità proprie dell”azione della Santa Sede, anche nello specifico contesto cinese, rimangono quelle di sempre: la Salus animarum e la Libertas Ecclesiae. Per la Chiesa in Cina, ciò significa la possibilità di annunciare con maggiore libertà il Vangelo di Cristo e di farlo in una cornice sociale, culturale e politica di maggiore fiducia.
La Chiesa cattolica in Cina non è un soggetto ”straniero”, ma è parte integrante e attiva”, e può contribuire “all”edificazione di una società più armoniosa e più rispettosa di tutti”