Presidente Tajani al Consiglio europeo, il focus su Brexit

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AGIPRESS – Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani nella sua dichiarazione ai leader dei 27 Paesi dell’UE, in occasione della riunione del Consiglio europeo, ha espresso il suo profondo rammarico per l’evoluzione della situazione nel Regno Unito. Per Tajani – si legge in una nota – una eventuale estensione dell’Articolo 50 dovrebbe essere il più breve possibile ed essere concessa solo nel caso in cui fosse raggiunto, nel corso della prossima settimana, un accordo alla Camera dei Comuni sul trattato di uscita. Tajani ha poi condiviso con i leader la posizione del Parlamento europeo riguarda il vertice Ue-Cina e gli sforzi in corso per proteggere i cittadini dai rischi legati alle campagne di disinformazione in vista delle prossime elezioni europee. Ha inoltre espresso dispiacere nel constatare che gli Stati Membri non siano stati in grado di raggiungere un’intesa sulla web tax, una proposta fortemente sostenuta dal Parlamento. Ha poi concluso il suo intervento ricordando la ricorrenza dei 25 anni dalla nascita dello Spazio economico europeo e sottolineando le iniziative del Parlamento europeo in favore del clima.

FOCUS DISCORSO BREXIT: “Ieri ho ricevuto i rappresentanti dei 3,5 milioni di cittadini europei che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici sul continente. Sono molto preoccupati e chiedono che siano tutelati i loro diritti qualsiasi sia lo scenario futuro, anche in caso di “no deal”. Il Parlamento europeo è pronto ad una battaglia politica per garantire la tutela dei loro diritti. Gli Stati Membri e le Istituzioni europee hanno gestito questi due anni con grande unità e senso di responsabilità. Abbiamo dato prova di grande pazienza, spingendoci fino ad un punto oltre il quale non è possibile andare, pena la messa in pericolo del mercato interno, il nostro bene più prezioso. Ad una settimana dalla scadenza del 29 marzo, spetta ora ai britannici trovare una via di uscita. Il Parlamento continua a credere che l’accordo negoziato rimanga l’unica soluzione disponibile per assicurare una uscita ordinata e limitare i danni per i cittadini e le imprese. Riguardo alla richiesta di estensione dell’articolo 50 richiesta dalla Sig.ra May, il Parlamento auspica che una eventuale estensione sia la più breve possibile, possibilmente non oltre l’11 aprile, ultima data utile per il Regno Unito per organizzare le elezioni al Parlamento europeo. In secondo luogo, per noi una estensione ha senso solo se la settimana prossima vi sarà l’accordo della Camera dei Comuni sul trattato di uscita. In caso contrario, una estensione non avrebbe alcun senso: che i britannici chiedano un rinvio sine-die e organizzino le elezioni dei deputati britannici al Parlamento europeo. La scelta non è tra una estensione lunga o tra una estensione corta, ma tra una estensione utile e una estensione inutile. Ad oggi non conosciamo lo scopo di tale richiesta, che non può certamente essere quello di perdere ulteriore tempo o di rinegoziare l’accordo, a meno che le famose red lines del governo britannico non cambino. Ricordo inoltre che l’ultima data per una eventuale ratifica dell’accordo è il 18 aprile, ultimo giorno di sessione del Parlamento. Infine, il 23-26 maggio si terranno le elezioni europee. È imperativo che il quadro sia chiaro prima delle elezioni, per evitare problemi giuridici, non solo legati alla composizione del Parlamento, ma anche alle leggi elettorali degli stati membri e ai diritti di voto dei cittadini.”

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