La delegazione del Pd, guidata dal segretario Nicola Zingaretti, è stata ricevuta al Quirinale. Il Pd ha fatto il nome di Giuseppe Conte quale presidente del consiglio del nuovo governo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, informalmente ha fatto sapere che lui, secondo il dettato costituzionale, terrà conto delle indicazioni dei partiti senza alcun riferimento alla piattaforma pentastellata intitolata a Rousseau. Un passaggio, quello dei grillini sulla piattaforma, che tuttavia per M5S è ineludibile. E se arrivasse voto contrario al governo con il Pd? L’ipotesi non è presa in molta considerazione, tantomeno dai parlamentari pentastellati che però, in quel caso, non potrebbero votare a favore del Conte bis. Fantasie? Probabilmente sì
Sta di fatto che queste sono ore decisive per per sciogliere i nodi che ancora ostacolano un’intesa tra M5s e Pd per la formazione del governo. In particolare è da chiarire il ruolo di Luigi Di Maio e il voto sulla piattaforma Rousseau da parte del Movimento Cinque Stelle. La direzione del Partito democratico ha dato mandato a Zingaretti a dare la disponibilità nelle consultazioni a verificare le possibilità di un nuovo governo. «Resta un problema serio. Non possiamo andare in un governo in cui sia il presidente del Consiglio sia il vicepremier sono dello stesso partito», afferma Orlando del Pd. «Mi sorprende che qualcuno sembri più essere più concentrato a colpire il sottoscritto che a trovare soluzioni per gli italiani», ha replicato Di Maio.
Alle 17 è stata la volta di Forza Italia. Poi, alle 18, la Lega, alle 19 M5s. Il Quirinale si atterrà alle dichiarazioni dei gruppi parlamentari che sono consultati anche oggi da Mattarella. E’ quanto trapela al termine delle prime consultazioni di questa mattina.
Sandro Bennucci