Si è dimesso. Al suo posto agirà un comitato esecutivo in attesa di un nuovo super manager. Ma andiamo per ordine: l’ingegner Giovanni Castellucci, per anni guida di Atlantia e dunque di Autostrade per l’Italia, dopo aver riferito al Consiglio di Amministrazione di Atlantia delle iniziative intraprese nel Cda di venerdi’ 13 settembre 2019, ha comunicato la sua intenzione di dimettersi da amministratore delegato e direttore generale di Atlantia. Le dimissioni sono state accolte dal Consiglio di Amministrazione, definendo una risoluzione consensuale. E le decisioni conseguenti sono state spiegate come soluzione temporanea per superare l’emergenza. E’ stato istituito un comitato esecutivo per avere piu’ tempo nella nomina del nuovo capo azienda. E’ questa la soluzione scelta dal consiglio d’amministrazione di Atlantia dopo il passo indietro di Castellucci. Il comitato sarà guidato dal presidente della holding, Fabio Cerchiai, cui si aggiungono il direttore generale Carlo Bertazzo, Anna Chiara Invernizzi, Gioia Ghezzi e Carlo Malacarne. Mentre Giancarlo Guenzi diventa direttore generale lasciando la carica di direttore finanziario a Tiziano Ceccarini. Castellucci incasserà una liquidazione di 13 milioni, oltre al mantenimento, per un anno, di auto e casa aziendali.
Si chiude così, dopo diciotto anni, la collaborazione del super manager marchigiano con il gruppo Benetton. Non era possibile fare altrimenti, è stato spiegato. All’incidente, costato la vita a 43 persone ora si
sono aggiunte le indagini della Procura di Genova che sospetta la scarsa manutenzione su altri due viadotti. L’inchiesta ha già portato a tre arresti. Di fronte all’emergenza la famiglia Benetton, azionista di riferimento di Atlantia con il 30% del capitale ha deciso di correre ai ripari il più velocemente possibile. L’obiettivo principale è quello di difendere la concessione per Autostrade. I Cinquestelle, infatti, fin dall’anno scorso chiedono la rottura del contratto per inadempienza. La revoca, però, avrebbe costi molto elevati per lo Stato, a meno di non aspettare i tempi, assai lunghi, della giustizia civile. Castellucci stava negoziando un possibile armistizio: offriva un abbattimento dei pedaggi e controlli più efficaci in cambio di un allungamento della concessione. La nuova indagine della Procura ha fermato tutto. Soprattutto ha fermato gli altri due dossier su cui Castellucci lavorava: l’integrazione di Autostrade con il colosso spagnolo Abertis e il salvataggio di Alitalia, tanto caro ai Cinquestelle. Un’operazione dal costo di almeno 250 milioni di euro, che Castellucci era pronto a pagare come ulteriore trincea a difesa delle concessioni di Autostrade. La sua uscita, avvenuta a sorpresa, ha impedito l’individuazione i0mmediata di un successore.
Il comitato esecutivo guidato da Cerchiai avrà, fra l’altro, anche il compito di trovare il successore di Castellucci. Si cerca il profilo di un professionista stimato dal mercato e di caratura internazionale, il cui curriculum non dispaccia agli spagnoli di Abertis. Al momento non vi e’ un identikit preciso. Tra i nomi che iniziano a circolare nelle sale operative, spicca quello di Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Sergio Marchionne e, in passato, candidato al ruolo di amministratore delegato di Tim. Ma non vi sono certezze e non è detto che sia lui il candidato ideale. Anche perchè occorre trovare un professionista che conosca le tematiche infrastrutturali. Intanto, gli analisti si interrogano sul futuro della società quotata, che dopo la debacle di venerdì scorso a Piazza Affari (-8%), e quella di lunedi’ (-7,8%) ora sta recuperando parzialmente terreno a 20,4 euro (rispetto ai 24,5 euro di mercoledi’ 11 settembre).
Gilda Giusti