Il Governo salva Banca Popolare di Bari finanziando Invitalia con 900 milioni

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Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per salvare la banca Popolare di Bari. E’ terminato dopo circa 90 minuti il Consiglio dei ministri nel corso del quale è stato dato il via libera al decreto per il salvataggio della Banca popolare di Bari. A quanto si apprende, la riunione è stata aperta del premier Giuseppe Conte che ha illustrato il provvedimento. Dopo di lui hanno preso la parola i capi delegazione dei quattro partiti di maggioranza.Il dl all’esame del Cdm prevede un finanziamento ad Invitalia fino ad un importo complessivo massimo di 900 milioni per il 2020, per rafforzare il patrimonio del Mediocredito Centrale affinché questa promuova, secondo logiche di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi anche attraverso il ricorso all’acquisizione di partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie, e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni. L’istituto verrebbe perciò inglobato da Mediocredito Centrale e, attraverso un secondo decreto, trasformato in una Banca pubblica di Investimento.

La costituzione di una Banca di Investimento, che nascerebbe dalla ‘scissione’ delle acquisizioni fatte dal Mediocredito Centrale, è prevista dal primo dei tre articoli. La formazione passerà attraverso un decreto con il quale il Ministero dell’Economia acquisirà attività e partecipazioni, con l’intero capitale sociale, senza dovere alcun corrispettivo. Le operazioni saranno realizzate in un regime di esenzione fiscale.Le risorse per il salvataggio della Banca Popolare di Bari arrivano dal fondo del ministero dell’Economia destinato alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali. Le risorse sono iscritte sul capitolo 7175 dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze, rifinanziato per il 2020 con la Sezione II della legge di bilancio approvata nel 2018.Le norme previste dal decreto, finalizzato anche al salvataggio della Popolare di Bari, possono contribuiranno a ridurre il divario di sviluppo economico tra il Mezzogiorno e le regioni del Centro-Nord. Lo indica espressamente la relazione tecnica della bozza del decreto, che evidenzia la dimensione eccessivamente contenuta degli istituti del meridione.

Il governo assicura l’azione di responsabilità nei confronti dei passati vertici della Popolare di Bari. Ed eventualmente ci sarà l’impegno, da parte dell’esecutivo, su eventuali prepensionamenti, qualora nel piano industriale questi si rendessero necessari.«Sì, chiuderemo su Banca popolare di Bari. Faremo un intervento», aveva detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla fine del concerto di Natale in Senato. «Tuteleremo i risparmiatori e non concederemo nulla ai responsabili di quella situazione critica – ha affermato – auspichiamo anzi azioni di responsabilità a loro carico».

La Regione Puglia tutelerà con ogni mezzo azionisti, correntisti, dipendenti e creditori della Banca Popolare di Bari e «a tal fine la Regione Puglia è disponibile – se il Governo lo riterrà necessario –
anche ad un intervento diretto nel capitale della compagine che dovrà condurre il salvataggio della Banca»: così in una nota il governatore della Puglia, Michele Emiliano, informando di aver scritto una lettera al premier Conte “prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri”.

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