Probabilmente viene dall’Italia, da dove, chissà quando, ce lo siamo fatti scappare: ma ora il «Cristo deriso» attribuito a Cimabue, ritrovato in una cucina di campagna a Nord di Parigi, è diventato tesoro nazionale. La Francia ha bloccato l’esportazione. L’anziana signora francese che lo possedeva, e che per tanti anni non si era resa conto di avere un’opera così preziosa, l’aveva venduto all’asta da Acteon, in ottobre, per 24 milioni di euro, la cifra più alta mai pagata per un’opera medievale.
Per decenni – ricorda il giornale Guardian – il quadro è rimasto appeso sul muro sopra ai fornelli di una cucina di Compiegne, a nord di Parigi, prima di essere notato dal responsabile di una casa d’aste che era nell’abitazione per valutarne il mobilio. Esperti dei laboratori specializzati Turquin di Parigi hanno successivamente attribuito il piccolo dipinto su legno (26 x 20 cm) al maestro vissuto nel ‘200. Ma dopo che il «Cristo deriso» è stato comprato da anonimi collezionisti Usa, lo stato francese lo ha classificato come tesoro nazionale e ne ha bloccato l’esportazione.
Per legge, le autorità francesi hanno ora 30 mesi per trovare i fondi necessari a ricomprare il quadro. Nelle intenzioni del ministero della Cultura transalpino, il «Cristo deriso» dovrebbe andare ad affiancare la «Maestà del Louvre» dell’artista italiano che si trova nel museo parigino. Il Ministro, Franck Riester, dice che il provvedimento «ci dà il tempo per mobilitare tutti gli sforzi volti a far restare quest’opera eccezionale nelle nostre collezioni nazionali». Il quadro, secondo i periti di Turquin, faceva parte di un dittico dipinto da Cimabue attorno al 1280, nel quale apparivano otto scene (quattro per pannello) della passione e crocifissione di Cristo.