Intervista al Direttore Confesercenti Prato Gianna Rafanelli. ‘Da troppo tempo la complessità del fisco impedisce di crescere alle nostre imprese!’

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GIANNA RAFANELLICaro direttore sono passati pochissimi mesi dalla sua nomina come valuta il commercio pratese da questo suo nuovo incarico?

Il commercio pratese sta attraversando un periodo ormai lungo di crisi. Alla crisi generale di questi anni nel nostro territorio si è sommato la crisi del tessile ed un processo immigratorio di grande dimensione che hanno ridisegnato gli equilibri nel mondo del commercio pratese.

La CONFESERCENTI di Prato come stà?

La nostra Associazione gode di una salute che definirei sostanzialmente buona. Con sacrificio abbiamo mantenuto i nostri livelli di rappresentanza, i servizi che eroghiamo alle imprese sono aumentati negli anni e rappresentano un valido aiuto per i nostri associati per stare sul mercato.

Prato ha bisogno di riconvertirsi e di innovarsi cosa propone la Confesercenti ?

Secondo noi è fondamentale non perdere ulteriori occasioni di riconversione urbanistica che possano indicare una strada per il futuro dell’economia cittadina. L’area ex ospedale, il raddoppio della declassata in zona soccorso, l’area ex Banci, la riqualificazione del macrolotto zero rappresentano sfide per il futuro della città di Prato che se colte e vinte possono essere di grande aiuto per le imprese anche e soprattutto del commercio.

I rapporti con gli Enti Locali, come sono e come li giudica?

Sostanzialmente buoni, sicuramente meglio nei piccoli Comuni della Provincia che col Comune capoluogo. La concertazione tra A.C. ed associazioni di categoria ha subito negli anni forti battute d’arresto e questo complica il lavoro delle imprese e della Confesercenti. Ma rimane l’unica strada da seguire se si vogliano fare scelte condivise e partecipate.

Rete Imprese Italia Prato è stata una delle realtà più dinamiche nel panorama toscano ed italiano

Si è stata ed è una bella esperienza. Ha insegnato ad ognuno di noi che rinunciando a qualcosa di nostro per stare uniti ha portato a degli ottimi risultati. E’ la strada da seguire, i risultati ci sono e spero ci saranno sempre maggiori.

I mutamenti nei processi produttivi e negli ambienti di lavoro contribuiscono alla nascita di nuovi lavori e di nuove professioni. Cambiamenti veloci ed irreversibili (tecnologici, culturali, normativi, sociali) stanno investendo tutte le imprese, imponendo alle persone capacità non comuni di adattamento. Ma non sempre le persone sono adeguatamente preparate.

Le proposte del Cescot per i prossimi mesi saranno tutte mirate ad avvicinare le aziende e i lavoratori alle più recenti innovazioni, a fornire gli strumenti tecnici e tecnologici per migliorare il modo di lavorare e di stare sul mercato. In un contesto dove la principale risorsa dell’impresa è la conoscenza, la formazione è uno strumento potente per acquisirla, Confesercenti, attraverso il suo centro di formazione Cescot, mette a disposizione una serie di occasioni di apprendimento mirate e specializzate.

Le stiamo facendo questa intervista proprio nel periodo della denuncia dei redditi. Che cosa le dicono le imprese di Prato su questo tema del fisco?

Da troppo tempo la complessità del fisco impedisce di crescere alle nostre imprese!

Le imprese chiedono MENO TASSE E MENO BUROCRAZIA. Parlando con loro abbiamo la conferma che il Paese non riparte perché è soffocato da tasse e burocrazia.

Bisogna far calare entrambe e non solo continuare a prometterlo.

Alcuni piccolissimi passi sono stati fatti, ma manca un disegno organico di semplificazione che riguardi in modo strutturale l’intero sistema tributario, e quindi dobbiamo rivendicare con forza una concreta semplificazione attraverso l’eliminazione degli adempimenti inutili e costosi per le imprese e naturalmente una revisione sostanziale di tasse, imposte e diritti locali, Regionali e Nazionali, con l’apporto indispensabile della Confesercenti a tutti i livelli, poiché non è possibile che in Italia ci sia una pressione tributaria così alta.

Il turismo a Prato può rappresentare una prospettiva per il futuro?

Parlare di Turismo nel territorio pratese può far sorridere ma non è cosi. Nell’ultimo decennio sono nate decine e decine di imprese che lavorano in questo settore. Le amministrazioni pubbliche cercano, delle volte con successo altre volte meno, di valorizzare il nostro patrimonio ambientale e storico-artistico. Io credo che Prato può giocare un ruolo nel panorama del turismo toscano, un ruolo di nicchia anche se  certamente non paragonabile alle grandi città d’arte della nostra Regione. Dobbiamo sfruttare la centralità di Prato nella Toscana, la sua vicinanza a Firenze e puntare forte sulle specificità della nostra città  Prato è ancora oggi una delle capitali tessili europee, la città vanta attrattive storico-artistiche di grande rilievo con un itinerario culturale che dal Medioevo arriva all’Avanguardia.

Questi anni di crisi hanno cambiato la Confesercenti?

Sicuramente. La crisi ha inciso nella nostra organizzazione e nel nostro rapporto con i soci. Ci ha imposto sempre maggiore professionalità, erogare servizi al passo con i tempi e con le esigenze delle imprese. I soci ci chiedono aiuti concreti per competere sul mercato e una attenzione sempre maggiore sulle scelte che governi nazionali, regionali o locali possono prendere e che hanno una ricaduta diretta sul loro modo di fare impresa.

Come vede la Confesercenti degli anni a venire?

Una associazione che eroga servizi alle imprese a 360 gradi e sempre  più di qualità e personalizzati  in base all’esigenze di ogni singola impresa ma anche una Associazione che  si riappropria di una rappresentanza vera delle imprese. Negli ultimi decenni forse si è un po’ appannato il nostro modo di fare sindacato di rappresentanza. Occorre rilanciarlo. Con una associazione più partecipata, dove gli imprenditori siano al centro di tutto. Mi immagino una Confesercenti più sindacato di imprese. Nella consapevolezza che una Associazione fatta di soli servizi alle imprese o di solo Sindacato, non ha futuro.

 

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