Non sono passate 24 ore dal voto in Emilia Romagna e in Calabria e il Pd presenta il conto al M5S che è quasi scomparso. E’ Andrea Orlando, vicesegretario dei Dem, a dare una svegliata a Conte che fa finta di nulla, come se lui non fosse stato proposto e imposto a Palazzo Chigi proprio dai 5 Stelle, nonostante non sia passato dalle urne. Conte è un presidente nominato e non eletto. Per giunta da un movimento che pare in via di dissoluzione, dal panorama politico italiano. Ma Orlando, che ha parlato a Roma, chiede anche una riflessione interna ai Dem, addirittura un momento rifondativo. Proposta che significa un siluro a Zingaretti, il quale si bea del successo in Emilia Romagna, che è solo merito di Bonaccini, il quale ha corso da solo, evitando di presentare bandiera e simbolo del Pd. Seguite il ragionamento di Orlando. Che attacca: «E’ giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l’asse politico del governo su molte questioni. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività di governo. Ad esempio, sulla questione della giustizia dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c’è stata finora. Tra le buone notizie di stanotte – aggiunge – il Pd torna ad essere il primo partito in Emilia Romagna dopo due tornate elettorali».
Andrea Orlando, vicesegretario del PdE ancora: «Noi non vogliamo dei posti: vogliamo un assetto
programmatico che tenga maggiormente conto dei temi delle
diseguaglianze, della lotta per la transizione ecologica e che sia messa da parte dal M5s una certa vena antipolitica e giustizialista. Un rimpasto? Non credo che si ponga questa questione, ci interessano i temi. Assolutamente vogliamo rivedere i decreti sicurezza e trovare un accordo per una norma diversa da quella Bonafede sulla prescrizione».
Tornando al partito, Orlando puntualizza: «Il Pd è di nuovo il primo partito dopo due tornate in cui in Emilia Romagna era molto distante dall’esserlo. Dopo due scissioni, siamo il partito di maggioranza relativa con una crescita significativa. Ora bisogna andare a un momento rifondativo. Penso che questo sia un passaggio giusto. C’è bisogno di aprire il partito e di rimettere in discussione gli organismi dirigenti».